Rosarno l'antica città di Medma

La città di Medma, sul Pian delle Vigne dell'attuale Rosarno, fu fondata dai Locresi intorno alla fine del VII secolo a. C. . Furono ragioni economiche a spingere i locresi a cercare nuovi territori per uno sbocco sul Mar Tirreno, meta dei principali traffici commerciali A ciò si deve la fondazione dell'altra sub colonia locrese, Hipponion, l'attuale Vibo Valentia.

Antiche fonti testimoniano di una guerra nel 442 a.C. tra Medma e Hipponion contro la madre patria, nel tentativo di rendersi autonome. Nel 389 a.C. Medma fu distrutta da Dioniso I e i suoi abitanti furono deportati a Messina; nonostante ciò nel IV a.C. il rinvenimento dell'impianto urbano e l'emissione della moneta col nome di Mesma testimoniano l'attività della città anche in quel periodo sicuramente difficile Sembra che la vicenda storica di Medma si sia conclusa con la seconda guerra punica, poichè risulterebbe abbandonata dai suoi abitanti.

Nel 1914 Paolo Orsi per primo indagò sulla necropoli di Medma rinvenendo 86 tombe di varia tipologia. Le successive ricerche sono state concentrate su tre settori della necropoli che in relazione alle sepolture, hanno evidenziato diversi orientamenti, tipologie, riti e cronologie.

I Medmei seppellivano i loro defunti col rito dell'inumazione e dell'incinerazione. Le tombe presentano un'architettura varia: a cassa, alla cappuccina, a fossa e con muretti in mattoni crudi.

L'indagine archeologica relativa all'abitato fa emergere pochi elementi riconducibili a quello arcaico; i dati acquisiti testimoniano l'organizzazione urbana nell'arco cronologico compreso tra l'ultimo quarto del V e la metà del IV secolo a.C. Alcuni settori dell'abitato sono stati rinvenuti in diverse aree della città moderna, anche se non si è riusciti ad individuare un'abitazione completa. È emerso che l'impianto urbano era basato su uno schema regolare, visto che l'orientamento delle strutture abitative è identico in tutti i settori scavati. Sono stati individuati tre degli assi viari della città, alcuni dei quali lastricati con ciottoli di granito, e numerosi fornaci e pozzi. Questi ultimi svolgevano una duplice funzione, da una parte garantivano la riserva d'acqua per tutta la città , e dall'altra erano fondamentali per la lavorazione dell'argilla per cui erano ubicati nelle vicinanze delle fornaci. La presenza di fornaci in diverse aree della città indica che le botteghe artigiane per la lavorazione dell'argilla non costituivano un quartiere artigianale a se stante.